top of page
Cerca
Immagine del redattoreitsbookmar


Collaborando con l'autrice Silvia Sbaffoni ho potuto leggere "Il meglio di me".

Si tratta di un romanzo improntato sulla vita di Adele, una ragazzina assai introversa e timida, restìa ai cambiamenti. Durante il suo undicesimo anno di età si trasferisce, insieme alla sua famiglia, in un paesino di mare molto diverso rispetto alla realtà a cui è abituata. Ciò la turba molto, tanto da rinchiudersi in stanza per giorni. Quando finalmente sua madre la convince ad uscire scopre una città diversa da quella che aveva immaginato e, anche quando qualche giorno dopo inizia la scuola, conosce Janet, una compagna di classe molto introversa e popolare che diventerà la sua migliore amica. Nel frattempo la sua vita continua insieme ai suoi genitori, sua sorella e suo fratello più piccoli, tra alti e bassi. Fino a quando, un giorno, incontra un ragazzo di cui si innamorerà perdutamente e che sembra ricambiare. Questo amore la porta ad allontanarsi da tutti, persino dalla sua famiglia.

Adele conoscerà delusioni, lutti, gravidanze inaspettate e la parte peggiore della vita.


Per qualche ora sono stata catapultata nel mondo di Adele. In questo breve romanzo, composto da poco più di cento pagine, ho trovato una bambina introversa e timorosa e un'adolescente che, seppur nascosta dietro i panni di una "ribelle", continua ad essere piuttosto chiusa. Ho trascorso minuti in cui ero profondamente risentita dal suo comportamento, accigliata da qualche scelta che io, da amica, le avrei sconsigliato di fare (e so con sicurezza che non mi avrebbe ascoltata). Altri minuti sono stati di profonda empatia: un adolescente può soffrire, e tanto, per problemi che a noi sembrano futili.


Nessun appunto da fare alla scrittura di Silvia: lineare e simmetrica rispetto alla storia. Un libricino da custodire con amore per farlo leggere, si spera, un giorno, magari ai miei figli, in fase adolescenziale.

Sono rimasta delusa dal comportamento di Adele, nel finale, e spero che nelle prossime pagine del prossimo libro riprenderà la sua vita tra le mani.


Complimenti Silvia, ti auguro tanta fortuna.


Buona lettura!



Ma non ha importanza. Tutto è incerto nella vita. Ecco la chiave per sapere di esistere nel mondo: l'incertezza. Naturalmente è per questo che qualche volta desideriamo tornare al passato: perché lo conosciamo, o crediamo di conoscerlo. E' una canzone che abbiamo già ascoltato. Ed è bello pensare al passato.

Il tempo: quante volte abbiamo sognato di fermarlo? In un periodo particolarmente felice della nostra vita, o in un attimo, avremmo voluto che potesse durare di più.

Qualcuno di noi pensa che la vita sia troppo corta, qualcun altro, più audace, sa perfettamente che grave maledizione sarebbe dover vivere per sempre. Noi lo sappiamo bene: non vorremmo vivere per sempre, ma solo un po' di più.


A Tom succede questo e molto di più: ogni anno normale, vale quindici dei suoi. Ciò è pericoloso ai nostri giorni come tanti anni fa, per la forte credenza nelle streghe: vedendolo giovane per troppo tempo, gli abitanti del posto in cui vive, pensano possa essere un maleficio. Ma in realtà lui invecchia, solo più lentamente.

Ai giorni nostri, nel XXI secolo, Tom - ovviamente cambia nome quanto residenza - vive a Londra ed è un professore di storia. Pian piano, raccontando aneddoti che non ha studiato ma vissuto, vaga con la mente e li ricorda uno ad uno: l'incontro con Fitzgerald, Shakespeare, le guerre, Taiti, l'Australia... Questi non sono solo ricordi, ma vere e proprie testimonianze di una vita vissuta nel tempo, con il tempo, contro il tempo.

Il suo incontro più importante è sicuramente quello con Rose, da "giovanissimo". I due si innamoreranno, ma purtroppo lei invecchierà e nasceranno anche sospetti: perchè una donna così anziana è con un ragazzino? Dai due nasce anche una figlia: Marion.

Marion è il motivo che tiene in vita ancora Tom perché è come lui e vaga nelle città del mondo senza che nessuno riesca a trovarla.


Non saprei dare una definizione di genere: fantasy, storico, a tratti filosofico.

Ho trovato tutti gli ingredienti che danno vita ad un romanzo di successo, uniti ad una scritta piacevole, scorrevole, emozionante. Gli insegnamenti che Matt Haig vuole trasmetterci con questo libro sono tanti. E' un discorso, un racconto, un viaggio nel tempo e nella nostra realtà.

Incantevole e magnetico, incredibilmente una delle letture più belle che abbia mai affrontato in tutta la mia vita. Le emozioni che ho provato leggendo erano indescrivibili, si accavallavano tra di loro.

E poi, l'amore.

"La prima regola è non innamorarsi. Ce ne sono altre, ma questa è la principale. Non innamorarsi. Non amare. Non sognare l'amore. Se tieni fede a questa regola, andrà tutto bene."

L' amore è il motore, sconfigge tutto. Anche il tempo.


Leggetelo!


Buona lettura!

Immagine del redattoreitsbookmar


Tantissime sono stare le recensioni che ho letto, in anteprima, de "La prigioniera". La maggior parte di loro decantavano un thriller mozzafiato, dal ritmo serrato; dicevano che la notte non saremmo riusciti più a dormire talmente forte il pensiero rivolto a libro e la voglia di continuare a leggere.

E così, presa dalla voglia, dalla trama ipnotica, dalle sfaccettature e le premesse della sinossi, ho iniziato questo lungo viaggio. Per l'appunto, in un altro caso, due o massimo tre i giorni per leggerlo mi ci sarebbero voluti; in questo, la voglia di continuare era pari a 0 e, ogni volta, dovevo leggere almeno una pagina e mezza precedente perché mi sembrava di aver perso il filo del discorso: a quanto pare non ero io però il problema, ma la confusione inaudita del libro.


Cosa provereste se, all'improvviso, nel bel mezzo di quello che vi sembra il periodo più out della vostra vita, trovaste quella ragazza (o quel ragazzo) che vi ha fatto battere il cuore durante gli anni del liceo? Che avete seguito, spiato, stalkerato a più non posso, solo per non essere calcolati nemmeno di striscio?

Io? Nulla. Soprattutto se dopo tutto ciò mi trovassi io dalla parte del manico e dall'altra parte avessi qualcuno ammanettato. Anzi sì, un po' di soddisfazione. Detto ciò, è quello che succede allo psicologo protagonista del libro, Frank, che ha dall'altra parte della barricata Miranda.

Sono grandi, cresciuti, hanno vissuto due vite completamente opposte, eppure adesso si trovano l'uno di fronte all'altro. Frank riconosce subito Miranda, lei no.

E' attraverso le voci di queste due persone che conosceremo la storia passata e l'avvenire immediato.


Ho trovato personaggi con cui sono difficilmente riuscita ad entrare in empatia: troppo poco sviluppati, incoerenti, confusi. E confusa è anche tutta la storia, e lo sarà il lettore che, leggendo, non sarà immediatamente riportato al narratore, ma dovrà fare uno sforzo immane per capire, ogni volta, chi sta parlando.

Aneddoti insignificanti e suspance... inesistente.

Né thriller psicologico, né giallo in nessuna delle sue forme. Ho faticato ad arrivare fino alla fine e, girando l'ultima pagina, ho tirato un sospiro di sollievo.

Insomma, è stato un vero è proprio calvario!


Buona lettura!

1
2
bottom of page