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La prigioniera



Tantissime sono stare le recensioni che ho letto, in anteprima, de "La prigioniera". La maggior parte di loro decantavano un thriller mozzafiato, dal ritmo serrato; dicevano che la notte non saremmo riusciti più a dormire talmente forte il pensiero rivolto a libro e la voglia di continuare a leggere.

E così, presa dalla voglia, dalla trama ipnotica, dalle sfaccettature e le premesse della sinossi, ho iniziato questo lungo viaggio. Per l'appunto, in un altro caso, due o massimo tre i giorni per leggerlo mi ci sarebbero voluti; in questo, la voglia di continuare era pari a 0 e, ogni volta, dovevo leggere almeno una pagina e mezza precedente perché mi sembrava di aver perso il filo del discorso: a quanto pare non ero io però il problema, ma la confusione inaudita del libro.


Cosa provereste se, all'improvviso, nel bel mezzo di quello che vi sembra il periodo più out della vostra vita, trovaste quella ragazza (o quel ragazzo) che vi ha fatto battere il cuore durante gli anni del liceo? Che avete seguito, spiato, stalkerato a più non posso, solo per non essere calcolati nemmeno di striscio?

Io? Nulla. Soprattutto se dopo tutto ciò mi trovassi io dalla parte del manico e dall'altra parte avessi qualcuno ammanettato. Anzi sì, un po' di soddisfazione. Detto ciò, è quello che succede allo psicologo protagonista del libro, Frank, che ha dall'altra parte della barricata Miranda.

Sono grandi, cresciuti, hanno vissuto due vite completamente opposte, eppure adesso si trovano l'uno di fronte all'altro. Frank riconosce subito Miranda, lei no.

E' attraverso le voci di queste due persone che conosceremo la storia passata e l'avvenire immediato.


Ho trovato personaggi con cui sono difficilmente riuscita ad entrare in empatia: troppo poco sviluppati, incoerenti, confusi. E confusa è anche tutta la storia, e lo sarà il lettore che, leggendo, non sarà immediatamente riportato al narratore, ma dovrà fare uno sforzo immane per capire, ogni volta, chi sta parlando.

Aneddoti insignificanti e suspance... inesistente.

Né thriller psicologico, né giallo in nessuna delle sue forme. Ho faticato ad arrivare fino alla fine e, girando l'ultima pagina, ho tirato un sospiro di sollievo.

Insomma, è stato un vero è proprio calvario!


Buona lettura!

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